Ieri sono andato, con gli amici del Fotoclub di Moniga, a visitare la mostra “Henri Cartier-Bresson e l’Italia” a Palazzo Roverella a Rovigo. Un’esperienza che mi ha lasciato senza parole, trasportandomi nella magia del “momento decisivo” immortalato dal maestro francese.
La mostra è un omaggio al legame profondo tra Cartier-Bresson e il nostro paese, un rapporto che emerge chiaramente in ogni scatto esposto. L’Italia, con la sua luce vibrante, i suoi contrasti e la sua umanità, è stata per lui una fonte inesauribile di ispirazione. Dai vicoli di Napoli agli scorci di Venezia, ogni immagine racconta un frammento della nostra storia con uno sguardo attento e poetico.
Particolarmente emozionante è stato vedere come Cartier-Bresson abbia saputo cogliere l’essenza dell’Italia degli anni ’30, ’50 e ’70. Attraverso i suoi occhi, si percepisce il cambiamento sociale ed economico, ma anche la resilienza e la vitalità delle persone. Uno degli scatti che mi ha colpito di più è quello del pescatore siciliano, dove il gesto semplice diventa un simbolo universale.
L’allestimento a Palazzo Roverella è curato nei minimi dettagli, con un percorso che guida il visitatore attraverso le tappe salienti della sua relazione con l’Italia. Se proprio devo trovare una pecca, l’illuminazione delle opere di Cartier-Bresson, doveva essere studiata con più cura.
Se amate la fotografia e non avete ancora visitato questa mostra, fatelo il prima possibile. È un viaggio che vi lascerà ispirati e con il desiderio di guardare il mondo con occhi nuovi.